The Anti-Productive Space
(2016)

La rapida evoluzione delle tendenze della moda mondiale è possibile solo grazie alle pratiche commerciali di sfruttamento delle aziende tessili internazionali che impiegano i loro lavoratori in condizioni disumane. Il trasporto di ritorno di carichi di indumenti scartati e fuori moda distrugge l'industria tessile locale in questi stessi Paesi.

Il mio concetto si basa sulla tensione tra produzione e antiproduzione. Mi interessa capire come possiamo disporre i manufatti nello spazio in modo tale che il tema suddetto sia integrato nella performance come elemento visibile.

Per realizzare il concetto di azione nella performance, ho utilizzato una corda di lana ottenuta dipanando maglieria depositata.
In collaborazione con la coreografa Mercé de Rande, uso il cordone lungo 1.934 metri per immobilizzare sia l'intero spazio che il pubblico nello spazio, creando così uno stato di immobilità e un momento anti-produttivo.

Gli indumenti che normalmente proteggono e adornano il nostro corpo non sono stati usati in questo caso per enfatizzare la nostra individualità, ma sono stati trasformati in un mezzo per creare un momento meditativo.