Möbelstück
(2006)

Arredo collettivo performante:
Nella stanza vengono posizionate delle molle da letto libere. Una persona viene delicatamente appoggiata sulla rete del letto. Vengono portati altri mobili (rotti): tre tavole di legno tra due persone formano una libreria. Una persona appoggia il piano di un tavolo sulla schiena. L'altra persona forma le gambe del tavolo, che insieme al piano è un tavolo intero. Appaiono le sedie, metà persona e metà sedia. Il divano è formato da due persone che mordono un cuscino, mani e piedi sul pavimento. La performance si riferisce allo scorrere del tempo in un appartamento: le persone entrano ed escono, i mobili vengono spostati, riorganizzati, lo spazio viene adattato alle rispettive esigenze.

Testo della dott.ssa Barbara Neidhart:
"LABOR affronta l'oggettivazione del corpo umano in modo molto diretto e schietto, ma anche molto sottile. Diversi artisti utilizzano frammenti di mobili per creare arredi completi per diverse stanze. L'artista mette il suo corpo al posto delle parti mancanti di un mobile e ricostruisce così l'aspetto esterno e la funzione del mobile in un nuovo insieme. Il pubblico è presente nell'immagine grazie alla sua conoscenza preliminare del tipo e della funzione del mobile e persino della stanza in cui si trova. In questo modo, salotti, camere da letto e uffici si creano davanti agli occhi dello spettatore in un'atmosfera calma e rilassata. Il corpo, tuttavia, è intrappolato nella sua nuova funzione di parte di un mobile. L'artista non è più libero di decidere i movimenti e la posizione dei suoi arti, è intrappolato nel mobile, sia fisicamente che mentalmente, perché solo usando la sua forza di volontà e concentrando tutte le sue forze mentali può assumere le posizioni, a volte difficili, senza rovesciarsi o rompere l'illusione in altro modo".