Questa terza esperienza attinge ancora ai ricordi e ai sogni dell'infanzia e dell'adolescenza. Questa volta si tocca una sorta di archetipo del sogno del ragazzo: giocare la finale del campionato mondiale di calcio, che per molti si realizza solo al parco giochi o davanti allo specchio. Questa sete di riconoscimento di ogni adolescente normalmente costituito è simile a quella dell'emigrante italiano (in questo caso di seconda generazione) che immagina di salvare la patria dei suoi antenati con un sublime gesto atletico.
Ci sono ancora opzioni da definire, ma il concetto è semplice. Massimo Furlan "giocherà" da solo in campo per 2 x 45 minuti (ma senza palla). Jean-Jacques Tillmann (icona della telecronaca sportiva in Svizzera romanda) sarà in tribuna con un video della finale 1982 tra Italia e Germania, che commenterà in diretta "integrando" Furlan (l'11° o il 12° giocatore della Squadra Azzurra, questo non è ancora stato deciso). Questo giocatore avrà i suoi elementi biografici fantasticati, al momento ancora un po' nebulosi (scuola d'arte a Torino, incontro casuale sull'autobus con l'allenatore Bearzot; oppure un giocatore con una carriera folgorante in piccole squadre fino alla consacrazione, ecc.)
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