Il lavoro artistico di Louise Guerra riguarda la teoria e la pratica della collettività. Da un lato, è un'artista fittizia che si appropria di pensieri, forme, teorie, metodi e biografie di altri per analizzarli e metterli nuovamente in discussione; dall'altro, è un collettivo che si rende pubblico con mostre, pubblicazioni, performance e altre manifestazioni. Louise Guerra è una figura la cui pratica fa riferimento ad altre figure di diversi periodi storici, con cui condivide il nome di battesimo, e tenta di creare diversi spazi di azione. Nel capitolo 16 - X MODES robes-poèmes del suo lavoro, realizzato ad Amden dal 21 al 22 maggio 2016, Louise Guerra ha esplorato il significato di comunità al di là dello "spazio di lavoro condiviso" e delle "comunità digitali".
Basandosi sui Robes Poèmes di Sonia Delaunay e Jacques Damase, pubblicati in forma di libro, Louise Guerra ha disegnato due abiti per il suo collettivo Louise presso l'Atelier Amden, che permettevano a chi li indossava di sperimentare sia la vicinanza che la dipendenza, dato che due persone dovevano condividere un abito. Il collettivo Louise dell'Atelier Amden era composto da quattro persone che hanno trascorso due giorni con due abiti all'Atelier Amden, modellando, disegnando e dipingendo insieme una scultura. Louise Guerra lascia aperta la questione se il collettivo Louise nell'Atelier Amden sia una finzione che prende vita o una finzione della vita. Uno dei due abiti e la scultura sono stati esposti all'Atelier Amden fino al 2017. (Testo Roman Kurzmeyer)
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