Per A kick in the teeth mi interessava esporre coreograficamente momenti di pura fisicità. Era un processo nuovo per me all'epoca. Spesso creo per me stesso un'intelaiatura o una serie di vincoli entro cui improvvisare. Qui, invece, ogni movimento è organizzato con precisione nel tempo e nello spazio. I movimenti stessi sono tratti da fotografie iconiche di sport agonistici: atletica, basket, baseball, calcio o pugilato.
In contrasto con la velocità con cui il materiale viene eseguito in origine, qui viene riproposto con una lentezza straziante. Questo mi dà il tempo, da un lato, di collegarmi a una memoria, a una pratica di incarnazione. Dall'altro lato, la lentezza mi permette di intervenire nel momento in cui un'immagine comincia ad affermarsi e a cambiare il corso degli eventi. Il corpo è in costante stato di transizione e lo stato di competizione viene decostruito per rivelare un'ambiguità insita in ogni corpo. Determinazione e stanchezza, ma con un'inclinazione del collo che si allontana l'una dall'altra, vittoria e sconfitta a un soffio di distanza, coesistono nello stesso corpo.
tradotto automaticamente dalla lingua inglese