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Revolving Histories (#bangbang-0443)

destroying seven shelters
(2018)

http://www.oh-wiederkehr.ch
Wiederkehr, Olivia Majorano,Laura (Performer)
Medicus, Clara Zoe (Performer)
Meillaud, Anastasia (Performer)
Nachtegaal, Nienke (Performer)
Graf, Isabel (Performer)
Demsic, Cindy (Performer)
Widmer, Palina (Performer)
- (Eventcurator)
Batista, Marlon (Camera)

L'esistenza si svolge sempre nello spazio. Sia la dimensione fisicamente percepibile che quella spirituale delle forme dell'essere non possono fare a meno della spazialità. L'opera video "distruggere sette spazi" si riferisce a tali spazi esistenziali, alla loro percezione e fragilità all'interno della vita. Basandosi sulle teorie spaziali di Henry Lefèbvre, Olivia Wiederkehr ha progettato la scultura "seven spaces": un oggetto composto da sette tende da spedizione che ha cucito insieme. La singola tenda è una metafora dell'individuo umano, le pareti della tenda possono essere lette come il confine fisico del corpo umano (pelle) o come il confine psicologico della nostra esistenza spaziale. L'oggetto tenda, che occupa spazio, le è servito come figura materiale di pensiero per illuminare le fragili connessioni e le aree di tensione dell'essere umano all'interno della società. Per rendere tutto ciò sensualmente tangibile, la Wiederkehr si è esibita con e dentro la scultura-tenda mettendola in movimento, a volte delicatamente, a volte con veemenza, tirandola e strattonandola. Questo ha fatto sì che l'oggetto si deformasse, ondeggiando avanti e indietro a causa della tensione, tanto che i singoli spazi della tenda minacciavano di crollare. Il gioco della costruzione, che non cambiava di per sé ma, a seconda della forza fisica applicata, rendeva immediatamente visibile la sua espansione o contrazione. Per la presente opera video, Wiederkehr compie un ulteriore passo avanti nel suo processo creativo artistico. Utilizza la scultura-tenda esistente "sette spazi" per rappresentare in modo performativo la fine di un ciclo creativo. L'artista pone al centro la questione della vulnerabilità dell'identità propria e collettiva e si concentra sul momento in cui i gusci protettivi vengono distrutti. La distruzione dello spazio protettivo personale - a causa di influenze esterne o di altro tipo - dissolve fondamentalmente la sua funzione di guscio protettivo. Nel processo, ciò che vale la pena proteggere viene esposto o addirittura distrutto. Questo può avere effetti sia positivi che negativi, sia nella sfera privata che in quella sociale. Cosa significa questo per un individuo e quali effetti ha questo processo di distruzione su una società? Quali dinamiche si sviluppano in questo processo? Di quanto spazio ha bisogno un individuo per non essere distrutto nella (o dalla) società? Nel suo video socio-critico, Olivia Wiederkehr fa distruggere a sette giovani performer il suo brano cult "seven spaces". Le performer, vestite con tute bianche, sono state istruite da Olivia Wiederkehr a distruggere completamente le tende senza altri aiuti che la loro forza fisica. Le tute fungono da distinzione estetica tra la scultura e l'intervento umano esterno. Diventa visibile un raddoppio: le persone distruggono una scultura spaziale che simboleggia una società - un'interazione all'interno degli spazi sociali, politici e societari in cui ci muoviamo ogni giorno. Da una prospettiva a volo d'uccello, l'opera video "distruggere sette rifugi" sembra un oggetto simile a un fiore in un prato. I protagonisti si avvicinano all'oggetto con esitazione e ne testano la tensione. Dopo una fase di approssimazione, diventano più coraggiosi, entrano nella scultura e tirano con tutte le loro forze finché il tessuto cede e si strappa. In meno di venti minuti, la scultura viene smontata nelle sue singole parti grazie al loro grande sforzo fisico. Il loro compito è terminato: i performer lasciano il sito.

place: Schweiz
KuratorIn: -
Dokumentationstyp: Performance/Aktion für die Kamera / Performance/Action for the Camera

Medium

Video 16:9
Dauer: 20:00